Confesso che Animals, pubblicato dai Pink Floyd nel 1977, mi piacque molto sin da subito. Non so dire onestamente ora che anni potevano essere, quando ascoltai per la prima volta “il disco col maiale volante in copertina”. Presumo fosse la metà dei ’90. Credo di averlo scoperto per ultimo, tra i grandi album dei Pink Floyd; certamente avevo già mandato a memoria tutti The Dark Side, Wish You Were Here e The Wall. Ma ricordo benissimo questo: quando ascoltai quel disco, senza saperne nulla e senza sapere dove si situasse esattamente nel loro percorso musicale, pensai subito qualcosa del tipo “Però bello anche questo!”.
La verità è che oggi credo siano i Pink Floyd al loro zenith. Sì, anche più di dark side. Sto dicendo che è la loro migliore prova in studio, anche se c’ho messo un po’ di tempo a capirlo. Ed è curioso perché dei loro album classici, quelli degli anni ’70 con la formazione al completo, è certamente il meno conosciuto. Ma questa cosa che Animals fosse un disco con dentro mille cose interessanti l’ho sempre pensata. E se parlo oggi di un disco del lontano 1977 è per via della stretta attualità: è appena uscito un remix e ascoltandolo sul canale ufficiale YT della band ne sono rimasto letteralmente folgorato.
Intanto è curioso che il remix appena pubblicato risalga in realtà al 2018. Indovinate un po’?!? La causa è che zio David (Gilmour) e zio Roger (Waters) hanno di nuovo litigato… Io lo dicevo (in questo articolo) che il finale perfetto l’avevamo già avuto, e che dovevamo accontentarci! Nick Mason ora ci scherza su col suo proverbiale humor inglese, e dice che come per tutte le guerre mondiali è passato del tempo e nessuno ricorda più quale è stato l’oggetto della contesa. Ma la vicenda è di pubblico dominio: il primo non voleva delle liner notes a corredo della pubblicazione, poiché nel ricostruire la faccenda sbilanciavano troppo i crediti a favore di Waters. E poi i Pink Floyd non le hanno mai avute le linee notes…
Il secondo invece, che ormai da più di un decennio è impegnato a rivendicare la sua paternità artistica sugli anni d’oro dei Pink Floyd a colpi di tour sempre più scenografici e multimediali dedicati agli album più belli del passato (ma praticamente con zero nuova musica), naturalmente li voleva eccome. Tra l’altro proprio nel 2018 Waters era in tour con US+Them, interamente ispirato all’iconografia di Animals con le celebri ciminiere della Battersea Power Station che negli show indoor a un certo punto si materializzavano incredibilmente al centro della platea (come testimoniato anche le foto qui di seguito, che feci a Milano in aprile e a Roma in luglio).
E così, tra una discussione e l’altra (con episodi anche plateali,) questa uscita è stata rimandata per ben 4 anni. Alla fine i nostri ce l’hanno fatta e il remix, che nel frattempo era diventato leggenda metropolitana tra continue voci, indiscrezioni sulla sua esistenza vera o presunta e smentite sulla data di pubblicazione, è finalmente uscito rendendo piena giustizia alla qualità del disco, che nel 1977 era stato registrato con risultati tecnici non ottimali per tutta una serie di ragioni.
Non sono un audiofilo e non ho un impianto stereo in alta fedeltà, ma devo dire che la differenza è percepibile persino da un orecchio non particolarmente raffinato come il mio. Oggi dovevo guidare per un paio di ore. Anche solo ascoltando questi brani da YouTube nello stereo della macchina, è stato un trip clamoroso. Il suono è meno ovattato e impastato, più aperto; gli strumenti sono più definiti e nitidamente percepibili, rendendo onore alla qualità della musica e alla perizia dei musicisti che l’hanno creata. Sono rimasto scioccato, “It was terrific” …!
Sarà che suono proprio questo strumento, ma questa cosa è particolarmente vera ed evidente, anzi udibile, per la batteria di Nick Mason. Il suono dei suoi piatti e dei suoi tamburi è più in superficie, per così dire. Per descrivere la timbrica della cassa in Pigs (per inciso la canzone preferita di mio figlio Stefano, che ha 5 anni) o l’intonazione dei tom in Dogs mi viene una sola parola: wow! Che dire di Sheep, con rullate parossistiche che ricordano l’esecuzione di One of these days a Pompei. Oltre alla bellezza dei suoni cogli ancora meglio anche la semplicità e allo stesso tempo l’estrema efficacia delle sue scelte di drumming, sempre molto musicali.
Zio Nick era davvero in stato di grazia ai tempi di Animals. In passato magari ad ogni ascolto rimanevo impressionato dalla prestazione sempre maiuscola di Gilmour, o mesmerizzato dai testi allegorici di Waters, e questa cosa evidentemente l’ho notata meno. Ricordo invece di aver pensato sin da subito che in questi brani Gilmour ha delle intuizioni chitarristiche e fa degli assoli devastanti. Dunque questo remix porta in superficie nuovi dettagli e tante sfumature, ed è decisamente un’ottima cosa.
Penso ad esempio alle linee di basso di Pigs quando parte la strofa. Proprio al centro dello spettro sonoro, non si erano mai sentite così bene, sempre affogate nell’impasto un po’ ovattato e confuso della pubblicazione originale. Davvero zio Rog, che è sempre stato descritto come non particolarmente dotato dal punto di vista squisitamente tecnico, è stato capace di cose del genere?! E al minuto 7:24 è la cordiera del rullante innescata dalle note del basso quella vibrazione metallica che si sente?!
Ciò detto, questo disco ha indubbiamente sonorità diverse rispetto ai due illustri precedenti. Solo per citarne tre: niente assoli sognanti di slide dal sapore hawaiano, niente cori femminili a dare un colore caldo e black alle parti vocali, niente sax ad arricchire di dolcezza e poesia le parti strumentali. Il sound d’insieme rispecchia piuttosto la ruvidezza dei testi: Animals è un vero pugno nello stomaco. Non mi dilungo su cose già dette da altri (e meglio di come le saprei dire io), anzi vi lascio un link all’articolo di Nino Gatti, uno dei massimi esperti floydiani al mondo, che danno tutte le info del caso sulla genesi del disco, sul concept e su quella che lui efficacemente chiama “la scintillante edizione remix di Animals”.
Quello che invece mi va di dire, perché in fondo anche questo l’ho sempre pensato (e il nuovo remix non fa che confermarlo), è che non mi capacito di come in canzoni come queste non trovi credito tra gli autori anche Richard Wright. La mia non è polemica, è proprio una curiosità riguardante il processo creativo. I tre brani principali del disco hanno sezioni di tastiere o tappeti sonori che sono tutto fuorché accessorie: così psichedeliche, stranianti, a mio avviso contribuiscono in modo decisivo alla particolare atmosfera cupa e distopica e alla resa concettuale complessiva del disco. In tutti i brani portanti le tastiere sono essenziali, dunque non so come si possa in tal caso liquidare il suo contributo come “semplice” arrangiamento, il lavoro di Wright in Animals è immenso e l’ascolto di questo nuovo remix rende ancora più onore al mite tastierista dei Pink Floyd, scomparso nell’ormai lontano 2008. Ci manchi zio Rick.


Chiudo con un accenno alla iconica copertina. Anche quella ha una nuova veste grafica, come già per il suono ben più scintillante dell’originale. Il soggetto è sempre lo stesso, il maiale gonfiabile (Algie per gli amici) in volo tra le ciminiere di Battersea. Solo che l’edificio della vecchia centrale elettrica nel frattempo è diventato il cuore di un distretto di uffici e residenze di lusso, come si evince anche da questo recente articolo. Piuttosto ironico, visto il concept watersiano a cui un tempo voleva in qualche modo alludere. A questo punto sono un piccolo cimelio di cui vado molto orgoglioso (ma qualunque floydiano che si rispetti a Londra avrà fatto lo stesso pellegrinaggio) le mie foto risalenti al 2009, quando ancora i lavori non erano iniziati. La centrale, ormai in disuso da anni, era lì con la sua mole massiccia e le 4 torri. Tu la contemplavi a debita distanza e immediatamente venivi sopraffatto da un pensiero ineffabile: cazzo i Pink Floyd!
Questa sensazione me la ricordo benissimo. Lo so, “mi ricordo benissimo” sono praticamente le stesse parole che ho usato a inizio articolo, ma è voluto… Tutti i grandi dischi dei Pink Floyd da The Dark Side of The Moon a The Wall, e naturalmente anche Animals, sono all’insegna della circolarità: si aprono e si chiudono nello stesso modo. I veri fan sanno bene di cosa parlo, perché questa è una di quelle cose magiche e insolite che ci hanno fatto appassionare alla loro arte. Dunque chiudere il mio articolo nello stesso modo in cui lo avevo iniziato vuole essere una sorta di omaggio: il mio piccolo personalissimo omaggio a quello che reputo il loro disco migliore. E a questo remix 2018, che me ne ha fatto definitivamente prendere coscienza.
APPENDICE – Altri link YT “notevoli” su Animals:
– Una delle ottime registrazioni pirata dei concerti nordamericani del 1977, in cui si possono ascoltare live i magnifici brani di Animals.
– Pigs on the Wing 1&2 con assolo del secondo chitarrista Snowy White, integrato in formazione per riprodurre in tour le complesse trame chitarristiche sovraincise da Gilmour in studio. A seguire, registrazioni bootleg dei pezzi del disco, ancora in fase di lavorazione sia nei testi che in alcune sezioni musicali.
– Le prime esecuzioni live di You’ve Gotta Be Crazy e di Raving and Droling, che risalgono al 1974 e che due anni dopo negli studi Britannia Row sarebbero state rielaborate fino a diventare rispettivamente Dogs e Sheep.
Una opinione su "Animals 2018 Remix, Algie torna a volare tra le ciminiere di Battersea"